Dr. Giulio Giovanni Sulis

Otorinolaringoiatra

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Il SISTEMA DELL'EQUILIBRIO

 

 PATOLOGIE

 

La Vertigine emicranica

 

 

L'emicrania è una patologia su base familiare; la presenza di entrambi i genitori emicranici comporta una probabilità di circa il 75% di sviluppo della sintomatologia caratterizzata dalla presenza di periodiche crisi di intensa cefalea strettamente emilaterale associate associata o meno a sintomatologia neurovegetativa (come nausea, vomito, fotofobia, etc..).

Può essere preceduta da un'aura (Emicrania con aura), o senza aura  (Emicrania SENZA aura).

L'aura è una fenomenologia che precede la crisi ed avverte il paziente dell'arrivo della cefalea. E' molto variabile, possono essere delle serie di sbadigli, un abbassamento improvviso della vista, nausea, parestesie, senso di calo della forza, una vertigine....

L'emicrania senz'aura é senz'altro più frequente dell'emicrania con aura anche se tutte le emicranie possono associarsi a vertigine.

E' una patologia molto più frequente nel sesso femminile (rapporto femmine maschi 7/1).

E' caratterizzata da :

UNILATERALITA’, DOLORE PULSANTE, ATTACCHI DI INTENSITA’ MEDIO-SEVERA, ED AGGRAVAMENTO CON L’ATTIVITA’ FISICA, NOTEVOLE SENSIBILITA’ PER STIMOLAZIONI SENSORIALI FORTI IN PARTICOLARE LUCE E SUONO

Inseriamo la vertigine emicraniche tra le forme periferiche per le sue caratteristiche più che per la sua genesi che la pone a cavallo tra le forme a origine periferica e quelle ad origine centrale.

L'emicrania è una patologia ad esordio tipicamente adulto anche se non è raro che si abbia una comparsa precoce già in età pediatrica.

Suoi precursori sono rappresentati dalla cinetosi in paz. con familiarità emicranica e dalla Sindrome periodica dell'infanzia, caratterizzata da un corteo eterogeneo di sintomi quali svogliatezza, dolori addominali, vertigini, sonnolenza è considerata un precursore emicranico che può accompagnarsi a cefalea ed evolvere o meno in età adulta in una franca emicrania.

Il torcicollo spasmodico dell'infanzia, e la vertigine parossistica benigna dell'infanzia sono invece considerati dei veri equivalenti emicranici.

Questo torcicollo è messo tra le patologie vestibolari perché in effetti è una crisi dell’apparato otolitico che mette la testa del bambino in tilt con leggera rotazione. Non può essere confuso con un torcicollo normale perché in effetti il bambino si posiziona in torcicollo con tilt in rotazione, questo lo fa nel giro di un quarto d’ora, rimane in questa posizione per un periodo variabile da ¼ d’ora a venti minuti a volte anche qualche ora dopo di che il torcicollo si risolve e torna tutto perfettamente normale.

Il torcicollo spasmodico ha un esordio precoce (dai 2 ai 5 anni di età) ed è molto più raro della Vertigine parossistica dell'infanzia.

Questa seconda forma ha un esordio più tardivo ma diventa molto rara (3-8 anni) ed è caratterizzata dalla comparsa in pieno benessere di crisi di arresto motorio in cui il bambino ha pallore, sudorazione, deve aggrapparsi a qualcosa, riferisce che tutto ruota, che gli oggetti girano per qualche minuto durante la crisi, poi tutto torna normale, per cui spesso i genitori sono chiamati, magari a scuola dalla maestra impaurita e, quando arrivano, trovano un bambino in condizioni perfettamente normali.

Vi sono pertanto due note caratteristiche in questa vertigine:

1) un arresto motorio, con una sorta di assenza

2) un esordio brusco, in pieno benessere con perfetto ritorno alla normalità dopo la crisi

L’esordio brusco, la risoluzione completa immediata e la recidività nel tempo di questi attacchi non permettono un’altra diagnosi possibile, la diagnosi è pertanto anamnestica. Dopo la pubertà questa forma diventa molto rara.

Una forma particolare di emicrania è l'EMICRANIA BASILARE che colpisce più frequentemente il sesso femminile, caratterizzata da episodi di violenta cefalea a localizzazione occipitale associati a sintomi da interessamento delle strutture cerebrali posteriori come nausea, vomito, disartria, calo della forza, etc).

Esiste pertanto una relazione stretta tra vertigine e cefalea, e spesso si osservano all'esame vestibolare alterazioni sia specifiche che aspecifiche.

Pertanto è estremamente importante durante la raccolta dell'anamnesi ricercare la presenza di una familiarità emicranica.

La vera vertigine emicranica è caratterizzata dalla associazione di sintomi vertiginosi importanti di tipo periferico associati a emicrania, durante o dopo la vertigine, fattori precipitanti della vertigine simili a quelli dell'emicrania (poco sonno o irregolare, variazioni ormonali, assunzione di certi cibi, alcol, stress, rapporto con il ciclo mestruale...), buona risposta ai farmaci antiemicranici.

E' stato dimostrato che, alla base, vi sono alterazioni dei canali al calcio, alla luce di queste alterazioni è stato proposto a scopo profilattico l'utilizzo di calcioantagonisti.

Sempre più frequenti sono i casi di vertigini post emicraniche. Vi sono molte donne che cominciano a sviluppare le vertigini dopo che il mal di testa gli è passato da anni, e queste sono più frequenti di quanto non si pensi.

La  terapia è duplice, sia di tipo comportamentale che farmacologica.

1)  La terapia comportamentale si propone di migliorare lo stile di vita (sonno regolare, poco stress, riduzione dell'alcol, attenzione a certi cibi come cioccolato, vino rosso, formaggi stagionati che liberano la tiramina, una sostanza ad attività istamino simile responsabile di vasodilatazione cerebrale), attenzione anche all'uso dei contraccettivi orali.

2) La terapia farmacologica può essere sintomatica durante la crisi e si avvale di antiinfiammatori non steroidei, antiemetici, sedativi.

I triptani, farmaci ad azione serotoninergica, agiscono nel rendere abortiva una crisi emicranica prima che insorga, spesso infatti il paz. si rende conto che la crisi sta arrivando.

A scopo profilattico sono utili i calcio antagonisti come la flunarizina ed il verapamil, gli antidepressivi triciclici, in particolare nei pazienti in cui la crisi è scatenata dallo stress e l'acetazolamide, un inibitore della anidrasi carbonica utilizzato nei paz. affetti da glaucoma e nella meniere. Quest'ultimo farmaco ha dato buoni risultati nella prevenzione degli episodi cefalalgici.

 

      

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